La pietra del vecchio pescatore

Un fantasy per tutte le età, che porta bene i suoi originari 35 anni e nella sua semplicissima struttura a quête cita con sostanziale fedeltà i più celebri miti celtici, sull’onda del mai dimenticato Rinascimento irlandese. A Galway, Pidge (cioè Patrick Joseph, cioè Patrizio, il santo vincitore dei serpenti) e la sorellina Brigit (che porta il nome di una dea irlandese) vanno alla ricerca di una pietra prodigiosa che deve annullare il potere di un malefico serpente prima che la dea della guerra, Morrigan, se ne impadronisca per seminare la morte fra amici e nemici assieme alle sue ancelle Macha e Bodbh, con cui forma un’oscura trinità. Tutto il pantheon celtico, guidato dal benefico dio Dagda, aiuterà i due ragazzini nel passaggio dalla realtà al mondo della magia (il Tír na nÓg), primo fra tutti l’eroe nazionale irlandese Cú Chulainn, travestito ora da distinto studioso, ora da vecchio pescatore, per poi mostrarsi giovane e splendente proprio di fronte all’eterna nemica. L’esperto coglie però vari camei di altre figure mitiche: Finn e Daire, Maeve, Ailill e i loro sette figli, Angus Og, il druida Cathbad… Lettura scorrevole in una traduzione che si sforza di rendere i vari livelli linguistici dell’originale.