Sostenibilità delle Biblioteche Scolastiche

Uno sviluppo sostenibile è realizzabile a partire

dalle piccole realtà locali;

non siamo giunti infatti alla fine della storia

ma agli albori di una nuova era.

Vandana Shiva

 

Gianfranco Bologna (2008) ha definito la “scienza della sostenibilità”, secondo i principi della complessità, della transdisciplinarietà, dell’autoorganizzazione e delle capacità di apprendimento, di adattamento e di flessibilità dei nostri sistemi sociali per far fronte alla trasformazione enorme che la specie umana ha imposto al pianeta.

È la separazione mentale tra l’essere umano e la natura, intesa nel senso più allargato possibile, che ha permesso all’uomo di operare quel tipo di dominio che ora viene considerato “insostenibile”, in quanto individuato come dominio anche su se stesso, che causa in qualche modo una separazione interna ad ogni individuo tra la sua parte naturale e quella culturale, o, per dirla in altro modo, tra il sé e l’io, separazione che impedisce un’armoniosa convivenza con se stessi, con la società, con il pianeta.

Sostenibile è quindi in questo senso un’educazione alla consapevolezza.

Questa è forse una sintesi personale di ciò che la scuola può fare per tentare di arginare questo problema, che non è legato solo alle scienze biologiche.

Lo possono e lo devono fare anche le Biblioteche, quelle Scolastiche in modo particolare.

Nel suo 59° Congresso nazionale del 2016, l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) si è posta “l’obiettivo di approfondire il tema della sostenibilità in una duplice accezione: da una parte riflettendo su una idea di biblioteca come protagonista di una politica sostenibile per la società, dall’altra individuando gli strumenti necessari per rendere la biblioteca stessa sostenibile. <…> Le biblioteche per essere sostenibili – e, cioè, per motivare le istituzioni pubbliche a istituirle e finanziarle in modo adeguato – debbono poter marcare una presenza incisiva all’interno delle dinamiche attuali di produzione e circolazione della conoscenza. Altrimenti sono destinate ad un ruolo marginale e a un inesorabile declino.” (da: https://www.aib.it/attivita/congressi/congr59/ ).

Le Biblioteche Scolastiche, che non hanno posizioni da difendere, ma tutto da conquistare, dovrebbero porsi questo concetto come principio fondamentale e far riconoscere la necessità sostenibile della propria funzione, a tutti i livelli, interno ed esterno, locale e nazionale, ma anche internazionale, come dimostra Donatella Lombello (2018).

“Occorre investire su una visione sostenibile di scuola digitale, che non si limiti a posizionare tecnologie al centro degli spazi, ma che invece abiliti i nuovi paradigmi educativi che, insieme alle tecnologie, docenti e studenti possono sviluppare e praticare. La Buona Scuola ha sancito la necessità di riportare al centro la didattica laboratoriale, come punto d’incontro essenziale tra sapere e saper fare. Al centro di questa visione è l’innovazione degli ambienti di apprendimento. Ogni scuola deve avere un numero sufficiente di ambienti e dotazioni abilitanti alla didattica digitale, scelti ed adeguati rispetto alle esigenze di docenti e studenti nonchè delle realtà in cui si realizzano.” (Azione #4 PNSD).

Costanza Travaglini, ottobre 2020

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