Triste_america_copertina

All’indomani della travagliata ufficializzazione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, una lettura – col senno di poi – profetica: Floquet, corrispondente da Washington del canale francese TF1, espone in 15 capitoli l’America vista dall’Europa, ammettendo fin dall’inizio la propria parzialità e il paternalismo di chi non dimentica i rapporti tra Illuminismo e Costituzione americana. Eppure il suo reportage è rigorosamente documentato: dagli ettari di foreste millenarie abbattute da società private, ai metri cubi di montagne sacrificate al fracking, all’aumento dell’obesità infantile, alla percentuale della popolazione carceraria rispetto a quella totale e a quella che compone le varie minoranze. Interviste e testimonianze raccolte sul campo introducono gli argomenti più discorsivi: il razzismo e le sue alleanze religiose ed economiche, la sostanziale inconcludenza del mandato di Obama, il cortocircuito fra esasperato individualismo e rigido controllo reciproco nei rapporti tra i cittadini. Nonostante qualche idiosincrasia – la commozione per il francofilo John Kerry, lo stupore della laïcité di fronte a certe manifestazioni della religiosità americana – il saggio è efficace anche per i lettori italiani: scritto nel 2016, si conclude proprio a ridosso delle elezioni che vedranno vincitore Donald Trump, e in retrospettiva ha la fortuna di acquistare in suspence e suggestione.

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