L'ombra dello scorpione

Il titolo originale aggiunto (The Stand) occhieggia alla recentissima miniserie televisiva tratta dal romanzo, ma L’ombra dello scorpione ha già una storia editoriale complessa: pubblicato per la prima volta nel 1978 (in Italia nel 1983) con ampi tagli redazionali, ha un tale successo che nel 1990 King riesce a ripubblicarlo nella versione originale, lunga quasi il doppio, senza contare una prefazione di notevole consapevolezza letteraria. Non contento, King ne ha tratto la sceneggiatura di una miniserie nel 1994, prima di collaborare a quella odierna.

L’intreccio a sua volta amplia l’idea germinale di Risacca notturna, racconto scritto da un King neanche ventenne e poi pubblicato nella raccolta A volte ritornano: l’umanità decimata da un’epidemia, i pochi superstiti in lotta contro il trauma e il terrore di nuove ondate (ricorda nulla?). Nel fantasy l’epidemia è diventata un’arma batteriologica sfuggita per errore a un laboratorio dell’esercito statunitense, che prima tenterà di insabbiare l’incidente, poi condurrà spietati e vani esperimenti sulle persone immuni, e infine cercherà di eliminarle, prima di autodistruggersi anch’esso. I superstiti si divideranno tra “buoni” fedeli di una santona centenaria e “cattivi” seguaci dello stregone Randall Flagg, già comparso nel ciclo della Torre nera. La lotta conclusiva, ricondotta nei canoni del genere, può risultare meno convincente della premessa iniziale, se non affrettata, ma la costruzione dell’ambiente è impareggiabile e le caratterizzazioni sono di rara suggestione (i personaggi di Nick Andros e Tom Cullen sono facili esempi, ma anche le comparse sono tratteggiate indelebilmente).

Disponibile in copia cartacea (edizione 1995)

Disponibile su MLOL